domenica 12 dicembre 2010

Il cuore del Natale

Oggi è la terza domenica di avvento, e ancora devo comprare TUTTI i regali. Non ce la farò maiiiii!!! Vediamo se in settimana riesco a sganciarmi qualche ora per poter procedere agli acquisti, sarà faticosissimo, lo sento!!!!

Oggi è stata la domenica della Messa dei bambini, abbiamo parlato dell'Avvento e del significato dell'attesa. Bellissima la Messa, il Don è andato completamente per conto suo e non ha seguito le letture del giorno, ma per i bambini è stata una preziosissima occasione di imparare qualcosa di nuovo sul Natale. Era particolarmente ispirato e mi è piaciuta tantissimo la reazione dei bambini, interessati, molti sono intervenuti, molti hanno parlato con noi a mezza-bocca, per paura di disturbare gli altri.

E poi stamattina mentre sistemavo con il marito abbiamo acceso la televisione, perché, dato che l'immersione era saltata a causa del mare cattivo, almeno poteva vedere il mare in televisione, a lui piace moltissimo Pianeta Mare. E invece ancora non c'era, e abbiamo messo su Rai1. Dopo LineaVerde c'è il programma che precede la Messa. Non mi piace particolarmente, in genere vado a vedere telefilm su Sky, però avevo da fare e non ho cambiato canale. L'argomento era naturalmente l'Avvento, e con gli occhi stavo in cucina a sistemare l'arrosto, con l'orecchio ero connessa al televisore. Hanno letto diversi brani di alcuni Santi e Sacerdoti, ma quello che mi ha colpito di più è stato un brano di S. Agostino. Ho fatto un po' fatica a ritrovarlo, perché ha scritto tantissime cose sul Natale, ma l'ho riconosciuto subito quando l'ho trovato!

Lo voglio scrivere anche qui, perché penso che Agostino sia arrivato direttamente al cuore del Natale. Spero che vi piaccia!

Dai "Discorsi" di Sant'Agostino Vescovo (Sermo 188, 2,2-3,3)


Osserva, uomo, che cosa è diventato per te Dio!

Quali lodi potremo dunque cantare all'amore di Dio, quali grazie potremo rendere? Ci ha amato tanto che per noi è nato nel tempo lui, per mezzo del quale è stato creato il tempo; nel mondo fu più piccolo di età di molti suoi servi, lui che è eternamente anteriore al mondo stesso; è diventato uomo, lui che ha fatto l'uomo; è stato formato da una madre che lui ha creato; è stato sorretto da mani che lui ha formato; ha succhiato da un seno che lui ha riempito; il Verbo senza il quale è muta l'umana eloquenza ha vagito nella mangiatoia, come bambino che non sa ancora parlare.

Osserva, uomo, che cosa è diventato per te Dio: sappi accogliere l'insegnamento di tanta umiltà, anche in un maestro che ancora non parla. Tu una volta, nel paradiso terrestre, fosti così loquace da imporre il nome ad ogni essere vivente (Cf. Gn 2, 19-20); il tuo Creatore invece per te giaceva bambino in una mangiatoia e non chiamava per nome neanche sua madre. Tu in un vastissimo giardino ricco di alberi da frutta ti sei perduto perché non hai voluto obbedire; lui per obbedienza è venuto come creatura mortale in un angustissimo riparo, perché morendo ritrovasse te che eri morto. Tu che eri uomo hai voluto diventare Dio e così sei morto (Cf. Gn 3); lui che era Dio volle diventare uomo per ritrovare colui che era morto. La superbia umana ti ha tanto schiacciato che poteva sollevarti soltanto l'umiltà divina.

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